Spore è una mappa basata sul territorio in cui il collettivo Phase vive ed opera, un territorio urbano senza ordine e senza forma, che si estende tra le province di Firenze, Prato e Pistoia.

Una mappa in continua trasformazione dove il tempo non esiste, passato e presente sono sovrapposti e visualizzabili contemporaneamente; un mondo ibrido che non è reale ma potrebbe diventarlo in qualsiasi momento.

Spore è un campo d’azione per riattivare il ruolo politico in ambito artistico, mediante il quale portare in superficie, rendere visibili e risvegliare quei sentimenti reazionari ormai sepolti dalla società contemporanea ma di cui abbiamo urgente bisogno; dare un senso diverso a ciò che già esiste, modificare la realtà per far nascere nuove riflessioni al fine di costruire un immaginario ecosistema sociale e politico di attivismo reazionario.

Dig indigetes

Molti di voi penseranno che le stagioni cambino il 21 del mese, ogni tre mesi. In realtà le stagioni non arrivano per convenzione, come si sa, e la dichiarazione del loro avvio è una tradizione culturale conseguenza di un evento astronomico ben preciso: gli equinozi (due) e i solstizi (altri due). Il passaggio può variare di anno in anno sull’arco di un paio di giorni a causa della diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario.


Questi eventi naturali hanno una lunga storia popolare alle spalle in tantissime tradizioni popolari, pagane e religiose del mondo, ma oggi vengono spesso dimenticati e non vengono considerati quasi mai come eventi rilevanti da celebrare.

Data la ricostruzione e l’apertura multidirezionale che stiamo operando con SPORE, alcune creature e simboli sparsi nella mappa migreranno in altre territori limitrofi allo scoccare di ogni solstizio ed equinozio, cercando quindi di celebrare anche qui in Rete la potenza naturale di tali eventi, attivando un collegamento tra natura, tecnologia e rituali umani.
 Per evidenziare tali date cercheremo di attivare una sorta di “rituale digitale" molto semplice: durante questi giorni la mappa si tingerà di una luce rossa, di diversa intensità, sovrapposta a tutto il resto. Un livello rosso che deriva dalla traduzione della luce dei cavi a fibra ottica che ci permettono di essere oggi tutti collegati: con un semplice gesto una delle parti fisiche di Internet sta omaggiando tali eventi.

ACQUA

L’acqua è un bene comune. Fondamentale, prezioso e sempre più raro. Scorre ma finisce, e non ce ne stiamo accorgendo.

I beni comuni ci parlano dell’irriducibilità del mondo alla logica del mercato e ne indicano un limite. In Spore i simboli delle sorgenti Mako di Final Fantasy VII indicano esattamente la collocazione delle fontanelle di distribuzione gratuita di acqua sul territorio.

La Sorgente è un luogo ricorrente in diversi titoli della serie Final Fantasy e anche in altri giochi di ruolo. Di solito è un piccolo luogo di pace che permette al gruppo di riposarsi e ripristinare il proprio stato e a volte anche il salvataggio del gioco stesso. Cercheremo di trattare tali sorgenti sparse lungo il territorio come luoghi di ritrovi e scambio al di la del pratico utilizzo per cui sono state create.

Sulla mappa alcune saranno trasformate in portali che possono portare l’utente ad un’area collocata altrove, una sorta di portale degeograficizzato.

PUNTI DI ACCESSO

I circoli ricreativi sono da sempre luoghi di incontro e di ritrovo, di aiuto e di sostegno, centri di vita in comune, presidi di socialità e di cultura, importanti punti di riferimento sul territorio. E sono molti, sono (quasi) luoghi evocativi.

Per un lungo periodo hanno contribuito al superamento della separazione fra “la cultura dei semplici” e “la cultura degli intellettuali”. Nel tempo questa peculiarità è andata frammentandosi. Con questo progetto tentiamo invece di riportare al centro delle comunità questi luoghi: luoghi attraversati e vissuti da cittadini senza distinzioni di culture, generi e generazioni, già presenti sul nostro.

Ma non c’interessa la visione politica di tali luoghi.

Oltre a questa, negli anni moltissime persone si sono ritrovate in questi luoghi spesso per questioni dedite allo sviluppo del tempo libero. Tanta gente lì, stava surfando. Ecco, a noi c’interessa questo: il luogo d’incontro popolare apparente.

Dobbiamo spolverare tali luoghi, togliergli la patina rossa, lavarla e renderla indefinibile. Un luogo da dover partire per curare la prima relazione.

LE ROVINE

I luoghi dove si ritrovavano e si ritrovano i cosiddetti “compagni”. Se in un altro punto abbiamo parlato di luoghi simbolici svuotati, qui potremo parlare di simboli ormai annebbiati. La quasi totalità dei CSA o dei CSOA odierni non sono altro che dejavu sessantottini sia nelle modalità, sia nella mancanza di prospettiva. È proprio da quest’ultimo punto che nasce la loro crisi reazionaria.

In questi spazi si sono susseguiti dibattiti sulla condizione giovanile, happening, sperimentazioni, concerti, assemblee, fino a diventare luoghi di abitazione. Al contrario però sono stati decenni a cercare di decostruire nostalgicamente la storia dell’operaismo, cercando spesso insurrezioni che miravano ad essere “la nuova sinistra”, ad essere nuove organizzazioni e movimenti, più che a focalizzarsi veramente su nuove soluzioni e mentalità più odierne: la parola “compagno” non si deve identificare in un cliché ma deve ampliarsi.

La questione rivoluzionaria deve riversare dentro di sé meno ideali politici, ideali che ti pongono comunque a selezionare e a schierarti con i tuoi simili e finiscono per trascurarne la dimensione antropologica, tecnica e indefinita, punti fondamentali di una reazione.

Non stiamo escludendo questi luoghi, anzi, li stiamo tracciando secondo un criterio basato sulla necessità di rinnovo perché devono e dovranno essere più presenti.

Segnaliamo CSA estinti definitivamente o ancora in tiepida vita, pronti a muoversi solo in ambito sociale, per il soccorso verso altri “compagni” o per sventolare striscioni di un passato remoto.

RIFUGI

Qui, come in tantissime altre città italiane, data la carente vitalità e la scarsa attenzione mentale di alcune organizzazioni, molte persone hanno iniziato a concentrarsi e a riunirsi in maniera autonoma in base ai propri interessi. Hanno creato degli spazi o delle azioni. Le finalità sono delle più varie, dall’aspetto sociale legato alla carenza dei beni di prima necessità, agli aspetti culturali più radicali che contribuiscono nella diffusione socio-estetica di certe tematiche forse fondamentali alla nascita di vari orizzonti.

Così abbiamo visto la nascita di spazi indipendenti, associazioni onlus, etichette discografiche, studi artistici, associazioni culturali, collettivi. Tutte cose che forse in realtà vorrebbero diventare altro collegandosi all’Altro, ma per ora si stanno accontentando per quello che possono fare: l’unica sopravvivenza è il dialogo con il Sistema perché la partecipazione del pubblico qui non aiuta nella riuscita delle loro derive e quindi per ora combatto ma la velocità in questa direzione non esiste. E quindi, se continuiamo così stiamo camminando con la speranza, una sensazione che non c’interessa, inutile.

Sulla mappa abbiamo tracciato vari spazi, non in base all’identità, non in base alla definizione ne all’intenzione di creare un movimento autonomo, ma solamente grazie alla capacità di proporre una linea di visione che dirige una destabilità, altera la realtà in cerca di un sussulto dal piano terra.